sabato 28 dicembre 2013

Il presepe vivente a Mariotto

A Mariotto già dal 13 dicembre si respira l’atmosfera del Natale. Sono bastate poche note di una celebre canzone natalizia e il rintocco familiare degli attrezzi da lavoro di Franco Altamura, presidente de “La Chimera”, per farci capire che anche quest’anno il presepe si farà, eccome. Puntuali come sempre, come ormai accade da più di 20 anni, sono cominciati i lavori di restauro e di preparazione del villaggio della Natività, una tradizione che ormai fa parte della storia della frazione. era il 1988 quando un gruppo di mariottani, membri dell'associazione “La Chimera”, decise di trasformare un’idea, forse un po’ utopica per quei tempi, in qualcosa di concreto e inaspettatamente duraturo. “Una chimera”, appunto, come la definirono alcuni. Ma, in un quarto di secolo, quell'utopia ha dimostrato di essere diventata un pezzo della tradizione e dell’identità di Mariotto: realizzare il villaggio della Natività prima nel cuore del paese, ovvero in Piazza Roma, e poi, dal 1998, nel giardino parrocchiale. E il Natale a Mariotto, nella memoria e nel ricordo di tutti coloro che almeno una volta hanno avuto la fortuna di assaporare la magica atmosfera che si respira tra le capanne del villaggio natalizio, si identifica con una persona, con colui che al Presepe ha dedicato un terzo della sua vita: Franco Altamura. “Per me il presepe è qualcosa di sacro, è come adempiere ad un voto. E’ qualcosa che sento dentro, a cui vorrei non dover mai rinunciare, ma gli anni incalzano e la vecchiaia si fa sentire. L’ideale sarebbe trovare un gruppo di giovani che raccogliesse questa bellissima tradizione e la portasse avanti, come facemmo noi tanti anni fa”: sono queste le prime parole del presidente de “La Chimera”, al cui entusiasmo si unisce un leggero senso di frustrazione, dovuto alla scarsa collaborazione da parte della cittadinanza. “Alla notizia che il presepe quest’anno rischiava di non ripetersi, a causa di incomprensioni e vari problemi tecnici che ora abbiamo superato, molti giovani sono venuti da me chiedendomi di non rinunciare a questa iniziativa, perché senza il presepe Mariotto è un paese morto. Ma io li ho risposto: e voi cosa fate per il vostro paese? I giovani devono iniziare a darsi da fare, non possono sempre seguire le orme di chi li ha preceduti, senza muovere un dito. Mi piacerebbe che anche le nascenti associazioni della frazione collaborassero a questa iniziativa, perché il presepe non è mio, è nostro!”, ha continuato Altamura. Alle sue parole fanno eco quelle significative del parroco don Emanuele Spano che, in tuta e scarpe da ginnastica, si dilettava a dare una mano a quei giovani volenterosi che stanno seguendo i lavori tecnici del villaggio. “Quest’anno il nostro presepe festeggia i 25 anni, e questo per noi era una sfida, un traguardo che volevamo raggiungere a tutti i costi. Non potevamo tirarci indietro, proprio quest’anno. Anche a me dispiace notare la scarsa collaborazione della cittadinanza, soprattutto quando è chiamata a partecipare attivamente all’iniziativa, magari facendo le comparse durante le serate dedicate al presepe vivente. Il presepe non è solo una tradizione da perpetrare, è un pezzo della nostra identità culturale, del nostro essere mariottani, a cui tutti siamo chiamati, e non solo La Chimera”, ha affermato il parroco. E quest’anno che il presepe mariottano festeggia le sue “nozze d’argento” con la comunità, l’idea alla base è proprio quella di coinvolgere il più possibile la popolazione, a partire dai commercianti, a cui saranno mesi a disposizione alcuni stand all’ingresso del presepe, in cui potranno essere esposti prodotti tipici della frazione. E non mancheranno elementi della tradizione, come i celebri zampognani, le luminarie e anche una bellissima mostra di foto che rievocherà la storia e le evoluzioni del presepe natalizio. “L’invito, di cuore, che faccio a tutta la popolazione è quello di mettere da parte le polemiche e collaborare, ognuno a suo modo, a questa iniziativa della comunità. Se tutti daremo il nostro contributo, il presepe continuerà a vivere, e con esso, anche tutto il paese”, ha concluso don Emanuele. Il presepe è visitabile tutti i giorni fino al 6 gennaio dalle 16.30 alle 21,30 e all'interno è stata allestita una mostra con le foto delle varie edizioni dal 1989 al 2012.













Testo di Annarita Cariello (tratto da Bitontolive)
Foto di Domenico Piscopo

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